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Svolta green, ma la conformazione delle città fa tanto

La svolta ‘green’ delle città è un qualcosa non più rimandabile. Nel senso che, ormai, il mondo come lo avevamo visto e pensato nei decenni scorso non esiste più. Si possono rimpiangere quei tempi, per carità. Ma sarebbe più redditizio e meglio concentrarsi su ciò che è attuale e come fare per dare una impronta ambientale alle nostre città.

A proposito di città, ci sono alcuni aspetti da valutare quando si vuole rivoluzionare la conformazione delle stesse. Eccoli.

Le città già a misura d’uomo sono avvantaggiate di per sé

In Italia ci sono città medio grandi che sono fatte davvero a misura d’uomo. Ad esempio, a Parma una donna matura che cerca un uomo lo raggiunge in qualsiasi luogo della città mentre a Bologna di sabato sera è facile trovare persone che si cimentano a fare un giro in bicicletta.

Ecco, città simili sono sicuramente più avvantaggiate in tal senso perché hanno nel loro DNA una sorta di propensione verso le attività che non prevedono necessariamente l’auto.

Su questo bisogna porre il giusto accento: un conto è chiedere una svolta green a Palermo e un altro, appunto, a Parma o Bologna.

Le strade colabrodo non incentivano a muoversi

Vogliamo parlare delle strade che in alcune città sembrano quasi da Quarto Mondo? Basta farsi un giro in Sicilia dove ci sono interi chilometri di strade, anche veloci, che andrebbero riasfaltate come si deve. E, questo, pregiudica molto.

Una buca stradale, può sembrare strano, pregiudica la scorrevolezza delle macchine e, comunque, rallenta tutto il traffico. O anche strade dissestate che costringono le persone ad andare più piano proprio per evitare di non rompere la macchina.

E, questo, si riserva anche sui bus. Vero e proprio tallone d’Achille di città come Palermo e Napoli.

Il trasporto pubblico fa tante

A proposito di trasporto pubblico, è utile anche porre l’accento su questo aspetto. Se per decenni si è pensato che l’auto privata potesse sostituire il trasporto pubblico non è che in un attimo può cambiare la prospettiva. Mentale e reale. In che senso?

Mentale perché una persona che di per sé è abituata ad andare sempre in macchina anche per fare un chilometri, difficilmente di punto in bianco poserà l’auto e andrà a piedi. Considerando che i mezzi pubblici potrebbero non esserci. Non la si convince. A meno che non si vede costretta.

Reale nel senso che se una città in passato non ha avuto la prospettiva di pensare anche a misure di trasporto alternative ed è pensata solo per le auto, cambiare la sua conformazione è davvero molto difficile.

Perché si tratta di rivoluzionare la sua urbanizzazione. Dal restringere le carreggiate al trovare spazio per i mezzi alternativi. Sembra semplice ma è complicatissimo.

Pensare prima alle piste ciclabili

Il prezzo della benzina sale e quindi tante persone pensano a sistemi alternativi per muoversi in città. A piedi, ovviamente, non si possono percorrere grandi distanze in breve tempo e, quindi, la soluzione più economica resta sempre la bicicletta. Ma senza piste ciclabili diventa tutto più complicato.

Quindi, bisogna partire dall’idea che ogni lavoro di manutenzione stradale, ogni rifacimento di strade deve prevedere un percorso per le biciclette. Solo così, infatti, si può pensare a una svolta green che, meglio ribadirlo fin da subito, non è facile da avere in tempi brevi. Perché le rivoluzioni, qualunque esse siano, non si fanno in un giorno. E neppure in un mese. Ma vengono pianificate per tempo.